domenica 28 gennaio 2018

Breve historia di un povero birillo

Gli animali terrestri popolano la Terra da milioni di anni; gli uccelli volano, i pesci nuotano, gli alberi e il verde danno colore a un pianeta altrimenti monocromatico e pure monotono.
Gli insetti ci sono, evidentemente, perché ci devono essere.
C'è anche l'uomo.
Che non si capisce bene perché ci sia, visto che le inventa tutte pur di distruggere quanto lo circonda. Da qualche secolo a questa parte con maggiore impegno, tant'è che non manca molto alla conclusione della sua opera.
E poi ci sono i birilli.
La loro missione, il loro scopo, la loro ragion d'essere consiste nel venire abbattuti.
Altrimenti, come l'uomo, sarebbero inutili e magari dannosi per l'ingombro che danno.
Che siano birilli stradali o birilli da bowling, o altri tipi di birillo, dovunque siano messi vivono in attesa che qualcuno dia loro la botta per farli  cadere.
Ecco, lui si sentiva un birillo; anzi, era un birillo. Birillo umanizzato o umano birillizzato, poco importa.
Non è piazzato nel fondo di una pista da bowling in attesa dello strike, reso difficile dal fatto che, essendo solo, teoricamente sarebbe più difficile da centrare; e neanche messo come divisorio di corsie d'emergenza, in attesa che un tir diabolico lo arroti sghignazzando.
È piazzato al centro di una bomber car, un autoscontro, con gente che gli gira intorno e lui non ha ancora capito se questa gente lo vuole abbattere o se fa del suo meglio per evitare di farlo.

È periodo di controlli sanitari, di routine, per una verifica periodica dell'andamento di tutto l'ambaradan corporeo.
Il primo passo sono gli esami di laboratorio.
Come quasi tutti, ne capisce poco.
Solo quel tanto che gli viene concesso dalla lettura delle singole voci, dove si limita a confrontare i dati sulla sinistra con quelli, detti 'di riferimento', sulla destra.
Ogni tanto tra i due colonnini c'è un H, in grassetto (o neretto, per gli amanti dell'antico linguaggio tipografico). Che vale sia per le voci in eccesso che per quelle in difetto.
Pensa significhi help, che sarebbe letteralmente 'aiuto', ma crede sia solo un richiamo perentorio di allarme; che però, inglese per inglese, dovrebbe essere la W di warning. Forse è un trucco per non fare collassare il lettore ignorante (appunto lui); resta comunque un invito esplicito ad approfondire, meglio se con chi se ne intende.
(Considerazioni a vanvera, per coprire i timori che ogni H suscita in automatico).
E chi è addentro a questo miscuglio di freddi numeri?
Ovvio, un medico.
Meglio, un medico specialista.
Meglio ancora, più medici specialisti.
Nel suo caso li ha quasi tutti, con visite a tornate successive, con tempi di attesa tra una e l'altra che gli consentono di fagocitare la visita precedente in attesa della seguente.
Purtroppo non è possibile un incontro unico, un consulto comune, un vis-à-vis tra loro, come si dice, poiché tanti sono altrettanti operano in presidi sanitari diversi, logisticamente distanti tra loro.
Il che, è vero, gli consente di visitare più mondi, senza necessariamente andare in crociera.
Per non apparire saccente non starà a specificare le singole specializzazioni. anche se questa saccenzìa è purtroppo frutto di frequentazioni costanti, diluite nel tempo.

Prima della fine dello scorso anno ha inizio il suo tour.
Primo della lista il medico di base (quello che un tempo era definito 'medico di famiglia', quando ancora esistevano le famiglie, ora semplici agglomerati umani, uniti più tramite wattsapp o messaggini che per antichi vincoli di sangue; dove ormai i dialoghi prevedono solo emòticon like wow lol, talvolta love...) per le varie impegnative.
Nessun commento particolare, se non il rimarco di quelle H, già rilevate da lui ignorante. Ormai non si sbilanciano più di tanto, forse nel timore che un semplice parere sia scambiato per una diagnosi vincolante e possa provocare eventuali futuri "ma aveva detto che...", talvolta forieri di interventi legali. Tacere, non per ignoranza ma per prudenza e ricerca della tranquillità.

Prima visita specialistica, molto mirata.
Ovviamente, visione degli esami.
"Situazione discreta, questo e questo e questo e questo sono fuori range, ma nell'insieme siamo nello stabile, senza movimenti di eccessivo allarme. C'è solo un medicinale che deve sospendere, poiché il prosieguo della sua assunzione potrebbe compromettere l'equilibrio tra questi due elementi che, pur essendo ancora nei limiti (quindi in range regolare), è meglio non sfruculiare più di tanto a scanso di complicanze... Inoltre, più avanti meglio fare quest'altro esame, per avere un quadro più preciso della situazione".
Prenotato al momento, e, dopo qualche giorno, effettuato.
Referto chiaro, illuminante come un lampo di sole nel buio della notte.
"Sembra ci sia qualcosa... che potrebbe essere... ma non è detto che sia...".
Prosit!

Seconda visita specialistica, a spettro più ampio.
"Andiamo abbastanza bene, situazione stabile, gli esami sono discreti a parte qualche voce fuori dal coro... Che medicine sta prendendo?".
Elenco, per fortuna breve, dei 'veleni' in via di assunzione, compreso quello sospeso dal primo specialista.
"No, assolutamente quello non lo deve sospendere, è il muro portante della sua salute. Ricominci a prenderlo. Invece, perché sta prendendo quest'altro; serve a poco, lo elimini... Ha fatto quell'esame che avevo prescritto la volta scorsa?".
L'aveva fatto, è di giugno scorso.
"Ah, no, allora continui a prendere anche questo. Vedo l'RX torace recente, niente di particolare... Ma chi glielo lo ha fatto, sa cosa ha avuto e cosa ha tuttora?".
Pensava di sì, era specificato nell'impegnativa...
"E allora perché, in calce al referto, consiglia questo esame, quando sa (o dovrebbe sapere) che non lo può fare? E questo esame che le ha prescritto il collega la settimana scorsa, a cosa serve? Possibile che non sappia che non si può vedere niente, conoscendo la sua patologia? C'è solo un esame che può fare, più per sicurezza che per necessità, ma è bene che lo faccia. Prossimamente andrà in visita al collega specializzato nel campo: glielo dica che deve fare questo esame, gli chieda di prescriverlo, poiché questo non fa parte del bagaglio delle mie possibili impegnative".
Ma poteva lui  'consigliare' un esame così specifico a un luminare medico specialista?
"Ha ragione, glielo scrivo io al fondo della mia relazione, gliela faccia vedere e insista per averlo. OK, pensi alla salute, ci vediamo tra sei mesi".
Ammesso che sia ancora vivo...
"Non dica fesserie. Comunque 'sento' che ha smesso di fumare...".
Non aveva smesso, aveva ridotto, questo sì, ma non aveva ancora smesso del tutto.
"Però non ho sentito odore di fumo mentre parlava...".
"Mi sono fatto furbo... Dopo la volta scorsa, che ha sentito l'alito e mi ha 'incitato' a continuare, prima di entrare ho succhiato un hallsmentoliptus".
(Bruciando la prima sigaretta dopo l'uscita dallo studio si era reso conto che la sua battuta era stata da cretino; era uguale al comportamento di un moribondo che trattenesse il respiro per fare uno scherzo a chi lo circonda... dimenticando poi di riattivarlo).
Amen!

Soluzione "fai-da-te": per non scontentare i due, nei giorni pari prenderà il pillolo, in quelli dispari ne farà a meno. Un colpo al cerchio e un altro alla botte. Sperando che faccia del bene senza fare altri danni

Di queste prime visite ha fatto una specie di cronaca dal vivo, della prossima (ancora da prenotare in attesa del completamento delle altre) può fare una cronaca previsionale, tanto è ripetitiva nel suo sviluppo e nelle sue conclusioni.

Intanto è da specificare che non si tratta di una visita vera e propria.
Non ci sono i rituali propri delle visite mediche: si spogli, si stenda, dica trentatré, qui fa male?, fuma?, va di corpo?... e via discorrendo.
È una verifica quasi burocratica di tutto il cartaceo accumulato, con particolare riguardo alle visite recenti degli altri specialisti.
Tra cui, in particolare, la relazione di quello che consiglia e raccomanda l'esame specifico citato.
E qui avrà inizio una tiritera che ben conosce.
Questo specialista "dovrebbe" fargli l'impegnativa di richiesta specifica.
Che peraltro ha valore solo per esami su residenti della Regione di emissione. Fuori Regione no.
E lui è fuori dalla 'fortunata' Regione.
Nella sua, il metodo più pratico è quello dell'esame a pagamento.
Senza lista di attesa.
Come ormai tanti altri esami; a meno di lasciar perdere e affidarsi alla fortuna.
Che mai altrove come nella salute, non esiste. Anzi, se esiste, è di una cecità assordante.
Essendo a pagamento, sarà sufficiente un'autoprescrizione, sommariamente motivata.
Che, ovviamente, si autofarà.

Il povero birillo traballa un po', ma è ancora in piedi.













2 commenti:

  1. Ho sempre pensato che la H dei valori del sangue significassero handicapp ma la mia è una supposizione. Non ho mai capito perchè il neretto sia stato tramutato in grassetto.. non è forse più adatto il primo piuttosto che il secondo?
    Brutta cetegoria quella dei medici che chiamerei solo dottori, visto che i medici veri si sono quasi estinti.
    Un consulto fra specialisti, quelli che sta frequentando Birillo, sarebbe possibile, basterebbe volerlo. La cosa è piuttosto semplice... ci si dà appuntamento nel web e, con gli esiti di tutti sottomano, ognuno può dire la sua e arrivare a un progetto di cura comune e si eviterebbe al paziente di essere sballottato fra un parere e l'altro, incerto su chi seguire.
    Nella mia regione c'è un progetto chiamato Sole (sanità online) dove ogni specialista può vedere tutto della persona che deve curare ma... non se ne cura e così per noi pazienti (mica per niente siamo definiti così) è come se quella piattaforma non desse frutti.
    Capisco il periodo difficile di Birillo ma se è un gatto-birillo allora tutto si aggiusta. I gatti hanno sette vite e lui è solo alla prima.
    Dita incrociate per tutto quel che preme e... niente striche
    Ciao.

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    1. Tutto vero, ma quello che preoccupa il gatto-birillo è il fatto che la prima delle sette vite per combinazione è quella che fa da traino, da locomotore alle altre sei, per cui deragliando questa anche le altre saranno, come si dice in cirenaico, fottute. Il consulto tra specialisti in unica seduta (magari in camera caritatis) sarebbe auspicabile più che altro per non costringere un poveraccio a decidere su quale puntare, non dico per guarire quanto per non rischiare di affrettare il... deragliamento del locomotore.

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