giovedì 17 novembre 2016

vs SÌ vs NO
Nel tentativo di raggranellare un po' di €uri facili, avevo fatto la bella pensata di dedicarmi alle scommesse.
Clandestine, per eliminare le tasse e per avere una via di fuga in caso di default del tentativo.
Per il quesito da dare in pasto ai benevoli scommettitori non c'erano problemi. Lo avevo in mente, semplice, accattivante, di sicuro impatto su coloro cui lo avrei proposto.
Aperto a tutti, casalinghe di Voghera comprese. Eppoi a studiosi studenti e somari, a laici credenti e miscredenti, a cattolici protestatari e muzulmani, e pure agli ottomani, agli otto e millepiedi, agli operatori di ogni settore, civile succhiaruote e militare, agli occupati, ai disoccupati e ai parassiti...
Un quesito che avrebbe richiesto una sola risposta alle due possibilità offerte, semplice, secca: SÌ o NO.
Senza fronzoli o codicilli che potessero falsare il risultato finale. 
Prima di lanciarmi in un'avventura nuova e rischiosa, avevo voluto effettuare un sondaggio, per capire su quale delle due ipotesi fosse meglio puntare per la quota di vincita da proporre, e valutare il quantum positivo ne avrei ricevuto.
Come primo assaggio ero andato in un posto in cui, a semplice domanda, sapevo per certo di ricevere l'informazione che mi interessava.
Da qui era scaturita una sentenza che, teoricamente, rendeva superfluo il prosieguo del sondaggio.
La risposta era stata un corale, incredibile, SÌ.
Per un totale pari al 100%.
A dire il vero, avevo capito che, nel contesto, la possibilità di un pur timido NO era da escludere a priori; il malcapitato o la poverella che lo avesse solo pensato sarebbe stato/a sbranato/a sul posto.
Comunque, voluta o accettata, la risposta c'era stata.
Come detto, avrei potuto chiudere qui la ricerca, ma una mia dote (o difetto) è la pignoleria.
Così, anche per eliminare eventuali contestazioni sulle giocate, avevo proseguito il sondaggio.
Cambiando radicalmente zona e persone, sapendo comunque che l'interesse al quesito avrebbe dato risultati, magari contrapposti, anche se i numeri non sono i fagioli di una tombolata natalizia.
Un altro branco, stessa domanda.
Risposta: SÌ...
Mi erano cadute le braccia e le palle avevano sfiorato il suolo; che giocata avrei potuto fare con un risultato del genere?
Neanche il tempo di resettare il piano scommettitorio e questi sondaggiati avevavno aggiunto: “, (virgola) col cazzo!”.
La pignolaggine, l'ho appena detto e lo ripeto, è una delle mie poche doti; la perspicacia un po' tanto meno...
Ciò nonostante ho intuito che quel SÌ era un NO, e pure rafforzato.
Un NO al 100%.
Sospiro di sollievo, seguito da tosse convulsa...
Ero punto e daccapo: su chi puntare per non rimetterci anche le mutande?
L'unico dato sicuro era l'adesione compatta alla giocata proposta.
Senza essere laureato in matematica, ma abbastanza forte in aritmetica, ho preso atto che avrei ricevuto un (100% + 100%) 200% di offerenti.
Anche l'ipotesi del ballottaggio era senza fondamento: troppo recise le risposte ricevute, corali e senza tentennamenti, per credere a ripensamenti dell'ultima ora.
Che comunque per me sarebbero stati una fregatura, non avendo informazioni preventive di salvaguardia.
Soldi buttati; in vista dell'operazione avevo acquistato un buon numero di blocchetti, di quelli commerciali che hanno dei quadratini per esprimere pareri, i più diversi.
Una casella (☺) indicava il 'molto soddisfatto', un'altra (○) 'soddisfattino', e così via fino all'ultima (☻) che era voce negativa in assoluto, senza remissione.
In tutto cinque possibilità di scelta.
A me ne bastavano due, per non complicarmi l'esistenza con conteggi e percentuali che non sono proprio pane mio.
Avevo scelto i due estremi: ☺ per il SÌ e ☻ per il NO.
Per eliminare le altre voci avevo comprato uno scatolone di bianchetto; dai cinesi per risparmiare.
Avevo risparmiato sulla spesa, ma l'olio di gomito per cancellare le voci inutili era scorso a fiumi; senza contare i giorni e le notti passati a sbianchettare.
Tutto a monte, tutto da buttare.
Senza il possibile guadagno, apertamente sfumato, dovrò continuare a pasteggiare con le solite aragoste, le solite insulse tartine al caviale, insaporendo i piatti col nauseante tartufo d'Alba, e avendo come beveraggio le acque frizzanti in bottiglia, tipo moet&chandon, dom pérignon, pommary e veuve clicot a giorni alterni.
Pazienza, la vita è fatta anche di rinunce...

♥ ♦ ♣ ♠
Alla fin della ventura, per dovere di cronaca e per limitare fraintendimenti, dò i termini “tecnici” del mancato investimento.

La domanda secca era:
Il Torino può quest'anno vincere lo scudetto?”

La raccolta di informazioni ha avuto luogo:
per il SÌ  presso lo stadio Grande Torino, in zona curva Maratona, notoriamente ritenuta la più obiettiva nel dare una risposta plausibilmente onesta; laddove gli unici non-colori rifiutati sono il bianco e il nero abbinati, visti solo come casacca degli ergastolani di un tempo, con i numeri sul retro delle maglie corrispondenti a quelli delle schede segnaletiche in bella evidenza in tutte le questure dell'universo;
per il NO   presso lo stadio Juventus Stadium, in zona curva Sud, che come attendibilità espressiva vale la Maratona granata; qui l'unico colore respinto come fosse di zanzara anofele sazia è appunto il granata; forse è leggenda, ma pare che nei dipinti esposti in sede e nei clubs, il rosso del sangue sia sostituito da un blu pesante, forse come segnale di nobiltà peraltro mai provata.

Confesso, altresì, che lo sviluppo dei dati e delle percentuali non è opera mia (anche in aritmetica sono una schiappa): all'uopo avevo delegato un medico commercialista che va per la maggiore, sconosciuto ai più ma molto bravo, un certo dottor Padoan, che in alto loco conta moltissimo.
Per le interviste mi aveva dato una mano benedetta un imbonitore televisivo molto apprezzato dall'intellighentia che tutto sa; un certo Renzi, per gli amici solo Matteo, senza sciorinamento di titoli, che peraltro forse manco ha. In alternativa mi avevano segnalato un altro Matteo, anche lui senza arte né parte, che in futuro potrebbe comunque essere utile.
E questo è tutto.