Il fatto che nel governo testé nato siano stati inseriti questi e quelle non deve trarre in inganno: quando si parla di lavoro non si intende «quel» lavoro, che ha avuto una sua passata dignità, ma oggi ancora tutta da dimostrare.
Quando si parla di "lavoro" si intende quello che una volta era indicato come «guadagnarsi il pane» (anzi, ricordo che un noto personaggio aveva aggiunto «col sudore della fronte»), cioè quel tipo di lavoro che consenta di vivere dignitosamente e di programmare almeno un minimo di futuro.
Altri blogger hanno pubblicato questo post, ma valendo più che mai il "ripetere giova", aderisco volentieri all'iniziativa.
Pur ritenendola, Francesco lo sa, più che un sogno un'utopia.
A partire dal 1 maggio 2013
Ai fini dell’applicazione dell’art. 1 della Costituzione italiana sono istituite presso i centri di impiego regionali e provinciali le liste di collocamento al lavoro con carattere obbligatorio e pubblico.
Ogni cittadino in condizione di disoccupazione e che cerca con urgenza un’occupazione può iscriversi a seconda delle sue capacità professionali alle liste di collocamento e come minimo a tre tipologie di mansioni.
Tutte le ditte private che assumono sono obbligate ad assumere tramite le liste di collocamento pubbliche per almeno il 70% delle assunzioni, sia per le assunzioni a tempo indeterminato e sia per le assunzioni a tempo determinato. Tutti gli organismi pubblici sono obbligati ad assumere tramite dette liste per il 100% delle assunzioni a tempo indeterminato e determinato, tranne per i posti soggetti a concorso pubblico.
Tutte le ditte private che dimostrano di assumere per il 70% tramite le liste di collocamento pubbliche potranno detrarre gli emolumenti corrisposti a questi lavoratori dalla base imponibile IRAP.
Le assunzione avverranno sulla base delle seguenti priorità: carichi di famiglia e precedenza per maggior tempo di attesa in collocamento.
Durante il tempo di attesa verrà riconosciuta una indennità di disponibilità al lavoro di 20 euro al giorno a carico dello Stato esente da ogni tassazione e tributo. Ai fini previdenziali e pensionistici i periodi di permanenza di iscrizione alle liste di collocamento sono riconosciuti come lavoro effettivo.
Il centro di impiego comunicherà al lavoratore in disponibilità il primo lavoro disponibile e il lavoratore sarà obbligato a prendere servizio. La mancata presa di servizio viene a comportare la cancellazione dalle liste per mesi tre e la sospensione dell’indennità per lo stesso periodo.
Durante il periodo di permanenza in disponibilità i Comuni possono utilizzare gli iscritti alle liste per lavori socialmente utili. In tal caso i comuni provvederanno a pagare al lavoratore altri 20 euro per l’effettiva utilizzazione giornaliera.
Ai fini del finanziamento di questi dispositivi vengono sospese tutte le pensioni superiori a 5.000 euro netti mensili e tutti gli emolumenti pubblici non potranno superare tale riferimento; e in caso di mancata capienza si farà riferimento alla fiscalità ordinaria proporzionale e progressiva.
SE IN QUALCHE MODO CONDIVIDETE
RIPETETE QUESTO POST
E FATELO ARRIVARE A SINDACALISTI E POLITICI