domenica 30 maggio 2010

Il cretino parte seconda

Ho già detto nel post precedente di essere della bilancia; ho specificato che a questo mio segno zodiacale si affianca, non sempre gradita, la qualifica di cretino. Cui si è aggiunta quella di rinco.

Passo dalla terza persona usata in precedenza alla prima, io, conscio che l'ego talvolta è sinonimo di megalomania o quantomeno di presenzialismo, non sempre opportuno. D'altra parte esprimersi in prima singolare agevola la stesura dei pensieri e delle esperienze, e la loro comprensione.

Passo quindi alla seconda cretinata.

Il boss di un blog, che mi è caro perché è stato il primo in cui sono riuscito ad accedere (non per blocchi a questi accessi, ma per mia assoluta non conoscenza dell'esistenza di questi canali di dialogo semplificati), aveva postato un testo che tendeva, ufficialmente, a rivalutare la figura del segretario del maggiore partito di opposizione. Figura, evidentemente, fino ad allora un po' obsoleta.

La rivalutazione partiva da una frase ad effetto che il nostro segretario aveva tuonato in un convegno; in cui dichiarava a gran voce che gli insegnanti (nelle loro proteste verso il dicastero specifico dell'istruzione) avevano ragione e che la ministra preposta rompeva i coglioni.

La frase rivalutativa, nel testo del post, era riportata in grassetto. Che, da quel poco che ne capisco e avendo imparato a leggere questo blog, era chiaramente sarcastica.

L'ironia corre sempre nelle righe; il saperla cogliere è un fatto soggettivo, chi ha la fortuna di riuscire a vivere con ironia perfino una vita infame, riesce a coglierla anche in una virgola al centro di una pagina bianca.

Il grassetto in quel testo poteva solo indicare sarcasmo. Giustificato dal fatto che l'identica frase e altre molto più colorite, riferita sia agli insegnanti che alla ministra in questione, corrono su questo e altri infiniti blog esattamente dal giorno successivo alla sua nomina al dicastero dell'istruzione. Avevo avuto modo di considerare che se essa, casualmente, avesse letto qualcuno di questi blog, si sarebbe dimessa, offesa dalle offese. Evidentemente non lo ha mai fatto. Peccato.

Torniamo al post incriminato. Leggerlo e postare un commento è stato tutt'uno.

E il commento, pur approvando i riferimenti della frase in sé, suggeriva prudenza nella rivalutazione del segretario che l'aveva pronunciata; una prudenza dettata da infiniti precedenti di politici che, ormai consuetudine, dicono e smentiscono di aver detto, dicono e sono stati fraintesi, dicono e sono stati estrapolati ecc. Sistema comune a tutti i politici, anche se per alcuni è ormai diventato prassi.

Era un commento ironico, forse proprio quello che si aspettava il boss del blog.

A seguire questo post un altro ripeteva lo stesso concetto, con parole più appropriate delle mie.

Andando avanti nella lettura dei post, mi sono imbattuto in un commento di una sola parola, tutta in maiuscolo seguita da una serie di punti interrogativi per meglio enfatizzarla.

Era un insulto.

In un primo momento avevo pensato fosse diretto al segretario oggetto dei post. Tant'è che mi son detto: esagerato! Già essere segretario del partito di opposizione è una sofferenza, pur mitigata dalle laute prebende identiche a quelle dei membri della maggioranza; se a queste, sofferenze, si aggiungono gli insulti di quelli che dovrebbero essere i sostenitori, allora non c'è più religione.

Però, continuando la lettura dei post, mi sono imbattuto in una richiesta di intervento rivolta al direttore del blog, a cui veniva segnalata la scorrettezza dell'insulto.

Risposta: la maleducazione non ha confini, ignora.

A ritroso, torno al post dell'insulto, e vedo che aveva un destinatario preciso: ossia quello che aveva calcato le mie orme nel consigliare l'attesa di conferma della frase del segretario.

Torniamo al buon senso della bilancia. Sempre due le alternative: a) ha insultato lui, che me ne frega; b) non ha insultato lui, ha insultato il commento gemello del tuo, quindi anche te.

Il cretino, ovviamente, ha scelto la seconda versione. Ancora carta e penna virtuali, e vai.

Ho rivolto al destinatario parole di conforto, invitandolo a seguire il consiglio del boss del blog. Per suffragare meglio queste parole, gli ho detto che trovando una merda per strada meglio evitarla per non sporcarsi le scarpe, pur se il pestaggio di questa materia dicono porti fortuna.

A stretto giro di post arriva la risposta: al destinatario principale dell'insulto diceva di smettere il piagnucolìo; a me (oltre a rilevare che con i pochi soldi che ricevo di stipendio tra poco non potrò comprarmi neanche un paio di scarpe) diceva che, se mai ci fossimo trovati, e avessi confermato il paragone espresso, avrei avuto bisogno di fare un mutuo per pagare il dentista.

Risposta mia: non compro scarpe da anni, essendo passata purtroppo l'età della crescita, quelle che ho vanno benissimo, per cui il poco stipendio riesco a devolverlo in spese voluttuarie. Quanto al dentista mi sarebbe bastato un buon odontotecnico. Ho dimenticato di dirgli, in merito alle scarpe, che per almeno cinque mesi all'anno sono con gli zoccoli da mare, altro buon motivo per non doverne comprare a ogni pie' sospinto.

Finalmente arriva il chiarimento dell'insulto, a questo punto diretto a due destinatari. L'offesa era la ritorsione per avere messo in dubbio le parole del segretario e non avere osannato al suo coraggio. Insomma un vero e proprio culto della personalità.

Inoltre ci tacciava di nulla perspicacia per non avere intuito subito il motivo dell'insulto, che era una sintesi di ciò che intendeva dire.

Ho chiuso, non senza specificare che un insulto nudo e crudo, senza una parola che lo giustifichi, per me è solo un insulto e basta.

Per dire: se all'insulto avesse premesso, per esempio, sono un parente, un nipote, un fan del segretario, e chi dubita di lui peste lo colga, il tutto sarebbe passato inosservato.

Detto così ha risvegliato il cretino, che, sempre da bravo cretino, ha reagito.

In coda: per un attimo, ma solo per un attimo, il buon senso/bilancia voleva battere due parole per chiedere scusa al direttore del blog, che dopo l'invito a lasciar perdere non era più intervenuto nella mini-rissa. Per quel pochissimo che lo conosco, non poteva intervenire perchè impegnato a rotolarsi a terra per il divertimento per lo scambio di affettuosità tra suoi lettori.

Proprio come una carogna; e poiché per lui questo non è un insulto ma un gradito complimento, so che i miei denti per stavolta si salvano.

















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